Oggi, nella Giornata Internazionale delle persone con disabilità, continuiamo a dare i numeri…
Lo facciamo con i dati, presi dall’ultimo report della FISH (Federazione italiana per il Superamento dell’Handicap), che in occasione dell’8 marzo di quest’anno ha presentato una fotografia della violenza di genere contro le donne con disabilità, mettendo forte l’accento sulla discriminazione multipla, come evidenziata dal titolo stesso del progetto “Disabilità: la discriminazione non si somma, si moltiplica”.
Secondo quanto è emerso dall’ultima ricerca condotta dalla FISH alla fine dello scorso anno sul tema delle violenze nei confronti delle donne con disabilità, infatti, circa il 63% delle persone intervistate ha dichiarato di aver subito, nel corso della propria vita, almeno un abuso. Si va dalla violenza psicologica, riscontrata nella metà dei casi, a quella sessuale, che ha coinvolto circa una persona disabile su tre, tra quelle intervistate. E ancora: atti di violenza fisica ed economica…
Diamo un senso ai numeri…
Tutti abbiamo imparato a conoscere la discriminazione di genere, con i suoi stipendi inferiori rispetto agli stipendi dei colleghi maschi che rivestono lo stesso ruolo, con la conciliazione del tempo di vita e di lavoro spesso condizionata dalla cura della famiglia, spesso determinata dal fatto che è proprio la donna, solitamente con uno stipendio inferiore, a ridurre ulteriormente l’orario di lavoro o addirittura ad abbandonarlo…e ancora la discriminazione con i suoi stereotipi, che condizionano la vita della donna, tanto che ancora oggi si ritiene di fare dibattimento sul fatto che sia giusto oppure no che una giornalista se la prenda tanto per una “toccatina”, con la deriva del femminicidio, un termine tanto necessario quanto paradossalmente discriminatorio, dato che non esiste un fenomeno contrario da denunciare…
Ora moltiplichiamo tutto ciò per tutte quelle barriere che non permettono la piena partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità…la carenza dei servizi, come la scuola, che non è ancora adatta alla piena accoglienza dei bambini con disabilità e quindi anche delle bambine, come l’assenza di inserimenti lavorativi adeguati per le persone con disabilità e, quindi, anche per le donne. Per non parlare di tutto ciò che, ancora oggi, non è esattamente alla portata di una persona con disabilità, come un supermercato, le strade, un luogo per fare sport in sicurezza, o, banalmente, le toilette pubbliche per persone con disabilità distinte tra maschi e femmine…e la lista sarebbe davvero lunga.
Il risultato di questa moltiplicazione è la discriminazione multipla ed intersezionale delle donne con disabilità, un fenomeno che può essere contrastato solo attraverso la progettazione di servizi inclusivi e che, oltre all’attenzione alle diversità e al genere, dedichi la giusta attenzione alle esigenze delle persone con disabilità e diverse fragilità.
La persona è al centro, e la condizione di disabilità è determinata solo dalle barriere che non permettono il godimento dei diritti e di una piena partecipazione sociale alla vita…se questo prezioso suggerimento che arriva dalla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, celebrata oggi, venisse messo in pratica per tutti e tutte, non impatterebbe positivamente anche sulle questioni di genere e le discriminazioni multiple?
Buona riflessione e buona Giornata del 3 dicembre a tutti e tutte!