Daniela Fiordalisi
nata a Brescia il 12 ottobre 1981…
Sono una donna con disabilità visiva. Ipovedente dalla nascita, ho progressivamente perso la vista. Dal 2006 vedo solo luci ed ombre, ma tendo a focalizzarmi sulla parte luminosa di me.
Diplomata al Liceo Linguistico Veronica Gambara di Brescia, ho studiato giurisprudenza. Purtroppo non sono riuscita a conciliare il grave peggioramento della vista con lo studio e non mi sono laureata, ma la passione per lo studio non si è mai fermata…
Dal 2005 sono impiegata all’Università degli studi di Brescia, dove, dopo tanti anni come centralinista assunta tramite le liste della Legge 113/85, dall’aprile 2019 mi occupo delle attività culturali degli studenti.
In università, sin da subito, mi sono appassionata alle tematiche sindacali e, su nomina del Segretario provinciale della FLC-CGIL, mi sono impegnata attivamente negli organismi di parità, ex comitato pari opportunità, oggi C.U.G. (Comitato unico di garanzia, contro il mobbing, le discriminazioni e per il benessere nei luoghi di lavoro), di cui sono stata Vice-Presidente.
Appassionata all’impegno nel sociale, trasmesso da mio padre, ho portato avanti con grande orgoglio, parallelamente al mio lavoro, il ruolo di Consigliera dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti provinciale, a Brescia, e poi a livello regionale.
Grazie alla vita in associazione da dirigente, referente del settore lavoro, ho imparato molto.
Brescia è un territorio intenso, sia per il tessuto sociale, intriso di concretezza e volontariato, sia per il tessuto imprenditoriale, fatto di piccole e medie imprese, dove ogni azienda è una famiglia di padri, madri, figli a cui trasmettere la passione per il lavoro…una casa dove entrare e ascoltare storie di vita.
Lavoratrice studente in mezzo agli studenti, donna con disabilità visiva in mezzo ai giovani ipovedenti e non vedenti della sezione UICI di Brescia, grazie al mio ruolo nel campo del lavoro, ho avuto l’opportunità di approfondire, sul campo, la tematica che di più, da sempre, mi affascina, ovvero le dinamiche di relazione tra i datori di lavoro e i lavoratori, soprattutto quando, in presenza di una disabilità, è richiesto ad ambo le parti di scardinare le certezze e mettersi in gioco.
Nel 2013 ho aderito a un’application per partecipare, a Berlino, ad un seminario della European Blind Union sulle politiche di partecipazione dei giovani con disabilità visiva alla vita attiva nelle associazioni di categoria dei Paesi europei.
A Berlino ho visto le politiche sull’inclusione scolastica e lavorativa dell’Italia, dal punto di vista dei Paesi che, ancora oggi, hanno istituti speciali per i bambini e le bambine con disabilità.
Ho imparato che l’Italia è un Paese che, per le sue leggi, offre delle possibilità di inclusione uniche in Europa e che,quindi, per me, avere un ruolo attivo nel campo della disabilità, era un’opportunità di crescita ancor prima che un dovere.
Sposata, in seguito separata, credo di essere una donna che, tra luci ed ombre, ha avuto, fino ad ora, l’opportunità di vivere una vita appassionata e appassionante.
Desiderosa di tracciare una linea di nuovo inizio, nel 2018, ho preso un’aspettativa dal lavoro e ho frequentato, a Milano, un corso di alta formazione sul disability management.
Il corso, organizzato presso il dipartimento di bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con l’Istituto Besta, è stato il primo corso riconosciuto da Regione Lombardia per l’istituzione della figura del disability manager per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.
Ho avuto, tra i miei insegnanti, la Dottoressa Matilde Leonardi, il Dottor Andrea Materzanini, il Professor Luigi D’Alonzo e, tra i miei compagni, molte persone già impegnate nel campo degli inserimenti lavorativi delle persone con disabilità o specifiche fragilità.
Grazie a questo “corso-esperienza”, ho capito che la mia passione è un tema oggi fondamentale, che va raccontato in tutte le sue sfaccettature.
Oggi, oltre al mio lavoro in università, mantengo viva la mia passione per i temi sociali scrivendo mensilmente sull’audiorivista “Pub, per noi giovani”, distribuita da Unione Ciechi ed Ipovedenti-Presidenza Nazionale.
A Brescia, da qualche mese, collaboro con Civico 54, Centro di vittimologia clinica, forense e di comunità, di cui sono socia onoraria.