La vista distrae. E’ una convinzione che ho da quando a 20 anni sono diventata cieca.
No, non me la sto raccontando, non è un modo per convincermi che la vista non mi manca. Non è neanche un’affermazione fondata sull’idea che essere ciechi sia bello… sarebbe semplicemente assurdo anche solo insinuarlo.
E’ una mera constatazione: la vista è, tra i cinque sensi, senza dubbio quello predominante; è la funzione che consente di ottenere simultaneamente una quantità praticamente infinita di informazioni e il cervello umano è in gran parte impegnato nell’elaborazione di questo sconfinato numero di stimoli. Ed è proprio questo il problema!
Se gran parte della corteccia celebrale è implicata nell’elaborazione delle informazioni visive, il rischio di tralasciare l’analisi di quelle provenienti dagli altri canali sensoriali è molto elevato… con il risultato di perdere informazioni importanti, talvolta anche più importanti di quelle visive.
Una persona un giorno mi disse “però è una gran bella distrazione”, certo che lo è! Vivere vedendo ciò che si ha intorno, avendo informazioni che provengono da una distanza smisuratamente maggiore di quelle che arrivano dall’udito, dall’olfatto e, soprattutto, dal tatto, è decisamente più facile… non sarò sicuramente io a dire il contrario… ma ciò non rende falsa la mia affermazione.
Lasciando da parte frasi retoriche del tipo “l’essenziale è invisibile agli occhi”, è però vero che non essere attratti da ciò che si vede permette di prestare attenzione a tante altre cose. Consente, ad esempio, di cogliere il tono di voce di una persona con la quale si sta parlando, percependo più facilmente il suo stato d’animo (gli aspetti paraverbali della comunicazione sono difficilmente controllabili e rivelano molto). Inoltre non essendo influenzati da ciò che si vede si evita di giudicare un individuo in funzione di come è vestito o pettinato… o del colore della sua pelle. Non farsi distrarre dalla vista consente anche di cogliere più facilmente i suoni ed i profumi della natura. O ancora, non vedendo si percepisce più facilmente l’atmosfera – talvolta la magia – dei luoghi che si frequentano.
So cosa state pensando voi che leggete: la sta facendo troppo romantica!
Vi assicuro che non è così, insisto su questo punto per due ragioni, la prima che va a vantaggio dei vedenti e la seconda che indirettamente – in alcuni casi neanche troppo indirettamente, ma su questo punto ci tornerò più avanti – che va a vantaggio dei ciechi e, in generale, di coloro che hanno problemi di vista.
Partiamo dall’utilità per chi ci vede.
Utilizzare tutti i sensi a disposizione, permette di avere un quadro più completo della situazione e, soprattutto, consente di non farsi forviare da ciò che si vede, giungendo a conclusioni affrettate che non sempre sono corrette.
Ma imparare ad utilizzare tutti i sensi ha un risvolto anche pratico: se si è abituati a farsi guidare da ciò che si percepisce con l’udito, l’olfatto: ed il tatto, ci si sente meno spiazzati se per qualche motivo non si può contare sulla vista… banalmente se manca la corrente e ci si deve muovere al buio (se mi perdonate la battuta, quando è accaduto a casa mia, poche settimane dopo aver perso la vista, è stata una gran soddisfazione essere l’unica che si muoveva senza particolare difficoltà! E scrivo “particolare difficoltà” solo perché, appunto, avevo appena perso la vista e non mi ero ancora abituata del tutto a camminare senza vedere). Ma pensiamo anche alle situazioni in cui sentire un odore può letteralmente salvare la vita, come ad esempio quando è indice di una perdita di gas o di un incendio nelle vicinanze; o ancora pensiamo a quanto può essere utile sentire giungere un veicolo alle nostre spalle o percepire il gusto amaro di una sostanza che abbiamo ingerito, che se va bene è solo andata a male, ma nel peggiore dei casi è un veleno. Si tratta di allenamento, non è nulla di impossibile ed è utile per mettersi in salvo dai pericoli e, in generale, per godersi appieno delle esperienze della vita.
Ma veniamo ora al secondo motivo per cui è bene accettare che la vista distrae, che è anche quello che mi sta decisamente più a cuore.
Se la vista fosse davvero indispensabile per svolgere una vita normale, non si spiegherebbe come fanno a vivere autonomamente le persone che ne sono prive.
La convinzione secondo la quale senza vedere non si può fare nulla o quasi è alla base dei tanti pregiudizi nei confronti delle abilità e delle capacità delle persone cieche.
Se non si vede non è possibile andare in giro per la strada con un passo sicuro, se non si vede non si può cucinare senza farsi del male, se non si vede non si possono stendere i panni, se non si vede non ci si può prendere cura di un figlio: potrei continuare a lungo con gli esempi di quello che, a parere di chi ritiene la vista indispensabile, un non vedente non può fare… quindi quando lo fa, o è un falso cieco o ha dei poteri speciali!
Non è così, come non è così vero che si sviluppano di più gli altri sensi, solo si impara ad utilizzarli meglio. In parte il ricorso ai sensi residui è automatico, in altri casi si affina con l’esperienza, imparando a decodificare i segnali che arrivano alle orecchie, al naso, sotto le mani o all’interno della bocca.
Questa consapevolezza evita di far cadere in errore e di giudicare una persona secondo uno stereotipo… oltre ad evitare inutili ed umilianti indagini giudiziarie con annessa messa alla gogna mediatica del malcapitato! Questo è il vantaggio indiretto di cui parlavo sopra.
Nello stesso passaggio accennavo al fatto che il vantaggio in alcuni casi non è poi così indiretto ed ora, come promesso, vi spiego perché. Dato che quando ci vedevo ero convinta anch’io che la vista fosse indispensabile, che senza di essa non avrei potuto fare più nulla, quando ho iniziato a perderla (si è svolto tutto in un paio di mesi) ero spaventatissima e davvero pensavo che la mia vita fosse andata in frantumi e che non sarebbe stato possibile rimetterla insieme. Con il passare del tempo, man mano che riacquisivo spazi di autonomia, però, mi rendevo conto che tutto sommato potevo ancora fare un sacco delle cose che facevo prima, anzi alcune ho imparato a farle meglio (ad esempio i fiocchi dei pacchetti regalo) e pian piano ho iniziato ad accettare la mia nuova condizione – compresa l’impossibilità di fare certe cose, come ad esempio guidare – ed a fare progetti per il futuro; i momenti di scoramento e le arrabbiature per la difficoltà a fare ciò che prima era semplice (come recuperare i testi universitari su cui studiare) diminuivano costantemente di numero e di intensità… ed aver incontrato altre persone con disabilità visiva ha fatto il resto.
In questo senso ritengo un vantaggio non indiretto per le persone cieche il liberarsi dal pregiudizio dell’indispensabilità della vista: è un discorso rivolto soprattutto a quelle donne e quegli uomini che hanno perso o stanno perdendo la vista in età adulta o addirittura anziana (circostanza sempre più frequente ): queste persone, essendo convinte che senza vedere sia impossibile avere una vita normale e di buona qualità, tendono a mettere da parte qualsiasi aspirazione o progetto, limitandosi a sopravvivere anziché vivere.
Il motivo per cui ho raccontato tutto questo è, da un lato, rassicurare chi ha appena perso la vista o la sta perdendo che una vita piena e significativa senza vedere è possibile – magari a tratti un po’ più faticosa, soprattutto all’inizio, ma è un obiettivo raggiungibile – e, in secondo luogo, per dire ai vedenti di godere appieno delle esperienze della vita, imparando ad utilizzare tutti i cinque sensi, e soprattutto a non classificare le persone cieche in base a degli stereotipi: abbiamo il diritto di essere considerate persone come tutte le altre, con i nostri pregi ed i nostri difetti, con le nostre capacità ed i nostri limiti. Mi preme sottolineare un altro punto: non esiste lo stampino del cieco,, quindi non stupitevi se una persona cieca è in grado di fare una certa cosa ed un’altra no, ne saprà fare altre… come non tutti i vedenti sono capaci di cucinare bene, di stirare o di essere utilizzatori esperti della tecnologia, lo stesso vale per chi non vede… alcuni queste cose le sanno fare, altri no… e non deve essere un problema per nessuno (vedente o non vedente che sia).
Ti ringrazio per questa relazione dove ci sono anche delle note tue personali; ciò mi aiuta a comprendere meglio il mondo dei non vedenti e in altrettanto modo sono certa sia di aiuto anche per i non vedenti. Grazie. Marta